Descrizione
Queste brevi note di commento a quanto questo volume documenta sono quelle di un’osservatrice esterna, che pur non avendo avuto alcun ruolo in questo impegno ammirevole ha potuto esserne partecipe grazie alla cortesia dei promotori e protagonisti.
Come storica d’arte, che a lungo ha lavorato all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, ho seguito con speciale interesse il restauro che ha portato al recupero della disastrata scultura quattrocentesca, in terracotta policroma, del San Giovanni Battista. Si è trattato di un’operazione magistrale, alla quale non è mancata la consulenza dell’Opificio e che ha restituito integrità e cromia d’origine a quest’opera notevole, indagandone tecnica e materiali e consentendo uno studio più esaustivo della sua fisionomia artistica. Con la stessa attenzione diagnostica e operativa è stato condotto anche l’intervento su una seconda scultura fittile, per quanto pervenuta solo in veste di frammento, che aggiunge comunque un ulteriore tassello alla densa storia artistica della chiesa di Santa Maria Assunta a Vitoio. Chiesa che gode del non comune privilegio di essere oggetto di sinergie volte alla sua conservazione e valorizzazione, e che in anni recenti già hanno prodotto restauri, studi e pubblicazioni.
Il primo motore di questo virtuoso concorso di intenti e competenze è da riconoscere nell’amore di una comunità per la propria chiesa, sentita come luogo sempre vitale di fede e parte imprescindibile della propria identità storica. Ben lo sa Simone Giannasi, instancabile portavoce di questa istanza e promotore delle iniziative che si sono concretizzate grazie alla provvida sensibilità per il territorio della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, al contributo della Fondazione Banca del Monte di Lucca e della GBC Marmi; alla vigile azione di tutela della Soprintendenza, tanto più meritoria in tempi non facili per carenza di personale e di mezzi; all’interesse che studiosi e ricercatori hanno rivolto a questo defilato ma non per questo meno prezioso scrigno di tesori. A conferma, una volta di più, che il nostro paese è uno straordinario museo diffuso dove storia e bellezza convivono in perfetta fusione, chiamando individui, società e istituzioni a conoscerlo, amarlo, e trasmetterlo a chi verrà dopo di noi.
Annamaria Giusti
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